Il Premio Pino Pascali fu istituito a Polignano a Mare nel 1969 dai genitori dell’artista, Franco e Lucia Pascali, per onorare la memoria del figlio morto tragicamente per un incidente stradale con la motocicletta nel 1968, quando aveva solo 33 anni. Il presidente del Premio, Palma Bucarelli e, successivamente, Bruno Mantura e Italo Faldi, soprintendenti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nominava i membri della giuria, tra cui ci fu Giulio Carlo Argan. La segreteria organizzativa del Premio venne gestita da Filippo Franco Favale (Presidente della Pro Loco di Polignano) e grande amico della famiglia Pascali. Il Premio consisteva in una somma di 200.000 lire, stanziata dai genitori di Pascali, in una targa e nell’allestimento di una mostra personale delle opere dell’artista vincitore del Premio. Nel 1969, la 1^ edizione, il Premio fu assegnato a Maurizio Mochetti, che tenne la sua personale nella chiesetta sconsacrata di Santo Stefano a Polignano. Nel 1970, la 2^ edizione, il Premio venne assegnato a Vettor Pisani che tenne la sua mostra nel Castello Svevo di Bari. La 3^ edizione del Premio, nel 1972, fu assegnata a Vincenzo Agnetti, la cui mostra si tenne nella Pinacoteca Provinciale di Bari che ospitò anche la 4^ edizione, nel 1976, vinta da Luca Patella e la 5^ edizione, nel 1978, vinta da Jannis Kounellis.
Poi, a causa della morte dei genitori di Pascali, il premio fu interrotto per vent’anni. Dal 1997, con la nascita a Polignano del Museo Comunale d’Arte Contemporanea “Palazzo Pino Pascali”, il Premio è stato ripristinato per volere della direttrice del Museo, Rosalba Branà, e si realizza grazie al finanziamento pubblico della Regione Puglia e del Comune di Polignano a Mare. Il Premio viene assegnato ogni anno ad un artista, o ad un personaggio del mondo dell’arte, di respiro internazionale scelto, tra una rosa di nomi proposti, da una giuria di esperti, storici e critici d’arte, nominata anno per anno dalla direttrice del Museo. Nello spirito originario del Premio, si cerca di privilegiare e indirizzare la scelta verso un artista non già totalmente “arrivato”, un “mostro sacro” intoccabile, già storicizzato e consacrato dalla critica d’arte, ma ancora in via di affermazione definitiva, anche se già internazionalmente conosciuto e su cui si possa ancora “scommettere” sulla futura promettente evoluzione. Un altro criterio che privilegia l’orientamento della scelta della giuria è l’attitudine e la predisposizione “pascaliana” verso la multimedialità e l’uso di più linguaggi e tecniche espressive. Il Premio ora consiste in una grande mostra personale dell’artista vincitore nel Museo Pascali con relativa pubblicazione di un catalogo monografico, nell’acquisto di un’opera dell’artista vincitore, che entra così a far parte della Collezione di opere in esposizione permanente del Museo, e nella consegna, durante la cerimonia del Premio, di una statuetta di ceramica bianca, riproduzione della scultura “Coda di balena” di Pino Pascali, realizzata dall’Istituto Statale d’Arte di Bari.